ALMANACCO ROCK
Buon Compleanno Rino
Ironico, dissacrante, provocatore, geniale: in poche parole Rino Gaetano. Oggi festeggiamo la nascita dell’irriverente menestrello della musica italiana, artista unico nel suo genere, che con il suo stile e la sua musica inconfondibile ha affascinato diverse generazioni.
La modernità delle sue canzoni, i temi trattati, l’impegno sociale ne fanno un artista amato anche oggi, un vero cult.
Salvatore Antonio Gaetano nasce a Crotone il 29 ottobre 1950, all’età di 11 anni si trasferisce a Roma con la famiglia; fin dall’adolescenza Rino si dimostra curioso e appassionato alla scrittura. Il talento è dirompente e così non tarda a mettere in mostra tutta la sua qualità artistica: siamo nella Roma degli anni ’70, un laboratorio ed una fucina di artisti che faranno a loro volta la storia del cantautorato nostrano, come Venditti, De Gregori, Renato Zero, etc. Sono gli anni in cui la passione per la musica del giovane Rino cresce sempre di più, ispirandosi ad artisti del calibro di Jannacci, Gianco, De André, ma anche di Bob Dylan e dei Beatles. Sono gli anni della Roma di Pasolini: come lo scrittore de “La meglio gioventù” anche Rino fa dell’anticonformismo e del disprezzo verso un certo tipo di “capitalismo sfrenato” un segno distintivo della sua personalità e della sua arte.
Battaglia sociale, denuncia pungente ed irriverente contro le ineguaglianze, simpatia per gli ultimi (gli “Accattoni” di pasoliniana memoria appunto), ma anche la lotta per l’emancipazione femminile ,le contraddizioni della vita, da una parte “…chi vive in Baracca” e dall’altra “…chi cambia la Barca”, conflitto ancestrale tra ricchezza e miseria, tra l’arroganza del “ricco padrone” contrapposta “ all’umile lavoratore”, tutti temi che risaltano ben evidenti nelle sue canzoni e che come dicevo all’inizio lo rendono di una modernità disarmante, di un progressismo culturale e artistico senza pari, tutto senza mai rinunciare al suo memorabile marchio di fabbrica, l’ironia.
Rino ci ha lasciato in eredità sei LP, un live ed una serie di successi, dei veri capolavori di poesia popolare.
Memorabile anche la sua esibizione nel 1978 al Festival di Sanremo. Si presenta con la canzone “Gianna”, che diventerà leggendaria; Rino Gaetano a Sanremo significa rivoluzione: è il primo a cantare la parola “sesso” al Festival. Sul palco il suo personaggio è surreale, irregolare, l’opposto del tipico “cantante da Sanremo” patinato e politicamente corretto, lui è l’outsider per eccellenza, l’anti eroe anche nel vestire (frac, cilindro e scarpe da ginnastica), una sorta di “linguaccia vivente” rispetto all’atmosfera artefatta di Sanremo e della sua platea, ma anche di quella “ammorbidita borghesia” dell’Italia di quei tempi, che lui stesso cerca di risvegliare e sbeffeggiare attraverso le sue canzoni.
Poesia che irride e commuove, questo è stato Rino Gaetano, l’artista fuori dagli schemi, apprezzato ancora oggi a quarant’anni dalla sua morte, che personalmente riesce a scaldare il cuore come pochi.
Testo di Giuseppe Frascella