ALMANACCO ROCK
Buon Compleanno Phil
Non si diventa personaggi famosi e carismatici dell’universo rock per caso, così quando all’apice del suo successo, ad inizi anni ottanta, Phil Collins si trasforma in un vero e proprio divo con il colossale successo di due Lp, “Face Value” (contenente la popolarissima “In the air tonight”) ed “Hello I must be going” , nella scena musicale mondiale l’ineguagliabile talento del ragazzo nato e cresciuto nella periferia sud ovest di Londra è ormai apprezzato, conosciuto, cristallizzato. Nel periodo che va dalla costituzione dei Genesis (1968) fino al primo lavoro da solista del 1981, l’esperienza artistica di Phil è una contaminazione di stili, generi, approdi musicali diversi ed innovativi, interessi che spaziano dal jazz, al funk, all’elettronica, con il dinamismo e l’originalità che saranno il vero marchio di fabbrica di una carriera scintillante.
Festeggiamo con un giorno d’anticipo il compleanno di un formidabile artista, musicista vero, capace di esprimere le sue qualità musicali sia alla batteria, che come vocalist, riconoscibilissimo per la sua timbrica e le sue doti assolutamente uniche.
L’esperienza coi Genesis prende forma nel 1970, quando rispondendo ad un annuncio entra a far parte della band: accolto con entusiasmo soprattutto dall’iconico membro del gruppo, ovvero Peter Gabriel, che da lì a pochi anni abbondonerà lo stesso (siamo nel 1975), Phil dimostra pieno controllo dello strumento e soprattutto una teatralità che in quegli anni si caratterizzeranno come elementi tipici della band anche da un punto di vista strettamente scenico, attraverso utilizzo di maschere, costumi, fondali, un’immersione completa in quel rock psichedelico di cui i Genesis ne rappresentavano probabilmente la punta di diamante. Così quando nel 1976 sostituirà Gabriel come cantante, nonostante lo scetticismo dei fans, la fama dei Genesis resterà immutata, mentre Phil nella doppia veste appunto di cantante e percussionista dimostrerà un grande eclettismo musicale: sono anni questi pieni di successi come “ A Trick of the Tail “del 1976 “… And Then There Were Three…”del 1978.
Gli anni ottanta come raccontato all’inizio sono gli anni dell’enorme fama: nel 1984 compone “ Against All Odds”, canzone che dà il titolo alla colonna sonora del film “Due vite in gioco”, l’anno successivo pubblica il suo lavoro di maggior successo commerciale come solista, “ No Jacket Required”, trascinato dai singoli “ Sussudio” e “One More Night, arrivando addirittura ai primi posti della Billboard Hot 100 (la classifica musicale statunitense). Nello stesso anno suonerà al mitico concerto del Live Aid insieme addirittura ai Led Zeppelin, sostituendo alla batteria un mito assoluto, John Bonham.
Anni questi a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta contraddistinti da lavori interessanti da solista e tentativi di reunion più meno riusciti dei Genesis (il primo avvenuto nel 1986, l’altro del 1991), ma anche da esperienze come attore nel caso del film “ Buster” , che racconta la grande storia d’amore tra uno dei criminali della famosa rapina al treno postale Londra-Glasgow del 1963 e la sua ragazza.
L’esperienza coi Genesis si chiuderà definitivamente nel 1996, i lavori di questo periodo sono dedicati soprattutto ad esperienze jazz e blues, ne scaturisce un lavoro accolto tiepidamente da pubblico e dalla critica come “ Dance into the Light” mentre gli anni successivi, a partire dai primi anni 2000, nonostante qualche discreto successo come nel caso di “Testify”, vedranno un Phil Collins sempre meno impegnato e dedicato alla sua attività (diventato una sorta di monumento e leggenda musicale vivente ne sono riprova ad esempio la stella nella Hollywood Walk of Fame, oppure l’introduzione nel 2010 nella Rock and Roll Hall of Fame come membro dei Genesis) e con progetti annunciati e non portati a termine, colpito nel corpo e nello spirito dalla malattia che purtroppo arrivando ai giorni nostri lo sta severamente impegnando: fragile, vulnerabile, il contrario del vulcanico e accattivante vocalist di qualche anno prima, egli stesso racconta nel libro autobiografico “Not Dead Yet “ dell’evoluzione della malattia, le tante difficoltà, restituendoci un personaggio per certi versi tenero, costretto dai seri problemi di salute a rinunciare a regalarsi e regalarci sicuramente momenti di autentica emozione musicale.
Artista unico nel suo genere, versatile, moderno ed innovativo: colonna sonora della mia adolescenza e ne sono certo di molti altri. Buon compleanno Phil Collins.
Testo di Giuseppe Frascella