ALMANACCO ROCK
Buon Compleanno a “A Night At The Opera”
Era il 21 novembre del 1975 quando venne pubblicato l’ album più importante della storia dei Queen, “ A Night at the Opera”. Quattro mesi di studio di registrazione (in sei diversi studi), per 35.000 sterline di spesa, il quarto LP del gruppo inglese viene presentato come uno dei più costosi della storia del rock.
In questo periodo Mercury e soci esordiscono dal vivo in Giappone; è un momento in cui la band è al centro di dispute economiche con la Trident, tanto che nello stesso anno si accordano con il manager di Elton John, John Reid, e dalla nuova collaborazione nasce la straordinaria affermazione di questo elaboratissimo lavoro.
Un album fatto di straordinari eccessi: senza neanche ricordarlo il singolo che lo annuncia è il manifesto musicale dei Queen, “Bohemian Rhapsody” di cui si è raccontato praticamente tutto, in musica, letteratura, cinema. Brano rivoluzionario, sorta di opera lirica racchiusa in pochi minuti e sottoposta a trame heavy di rara grandezza. Un brano epico, che nel tempo ha praticamente disintegrato ogni record.
Ma “ A night at the Opera” non è solo Rapsodia leggendaria: è un lavoro complesso in tutte le sue parti, sofisticato intrigo di atmosfere decadenti, timbriche heavy e reminiscenze classicheggianti. Nell’ “Opera” il genio di Freddie Mercury è dirompente, il suo talento, la voce, l’originalità delle composizioni si evidenziano non solo nella canzone più famosa, ma anche in un altro capolavoro senza tempo, “ Love of My Life”, dedicato all’amica di una vita, quella Mary Austin romanzata anche nel biopic di qualche anno fa, poesia allo stato puro che nel tempo avrebbe trovato sostanza straordinaria nelle esibizioni dal vivo della band.
Ma alla grande resa qualitativa dell’album hanno partecipato tutti i membri del gruppo, anche quelli meno appariscenti: un brano di John Deacon ad esempio “ You’re my best friend” costituirà il secondo hit single, mentre un brano di Roger Taylor, “ I’m In Love with my car”, metterà in evidenza anche la grande abilità vocale del batterista.
Non poteva certo mancare il grande apporto di Brian May, sempre versatile e sperimentatore, profondo conoscitore di stili e armonie, che oltre ai leggendari riff di chitarra, ci regala nell’album dei veri gioielli compositivi come nella canzone “39” in pieno stile folk, nelle ricercata “ The Prophet’s Song (dove sono ben evidenti le influenze dei Led Zeppelin sia nel testo che nella forma musicale) e ancora nella composizione “ Sweet Lady” dove dalla Red Special escono graffianti assoli hard.
“A night at the Opera”, un capolavoro, personalmente leggenda musicale. Lo ascolto da più di trent’anni, ma l’emozione, la magia, la meraviglia, sono sempre lì, le stesse, come la prima volta.
Testo di Giuseppe Frascella