È estate! Il periodo della musica da spiaggia. Su quelle americane a distanza di venti anni, il pop punk ha vissuto il suo periodo d’oro, prima del recente ritorno nel mainstream grazie al supporto di artisti old school come Travis Barker e Avril Lavigne a favore dei nuove leve come Yungblud e Machine Gun Kelly.
Attraverso un revival lungo due decenni, proviamo a ripercorrere la storia delle voci tipiche di questa cultura dall’impatto generazionale senza precedenti; tra qualità canore, timbri inequivocabili e carisma caratteriale, ecco la Top 10 delle voci pop punk 2000’s.
- A. Jay Popoff (Lit)
Divenuto noto come mini giocattolo nelle mani di Pamela Anderson nel videoclip del brano “Miserable” uno dei più sexy del 2000, Jay Popoff appartiene alla vecchia scuola del cantato americano, ancora influenzato dai ruvidi graffi del grunge.
I Lit tuttavia si faranno conoscere in tutto il mondo per poco tempo, grazie ad una manciata di hit indissolubilmente legate al particolare timbro di voce del suo cantante.
9. Hayley Williams (Paramore)
Piccola star prodigio del pop punk, dall’età di 16 anni Hayley Williams entra di forza nel circuito mainstream grazie al debutto coi Paramore. La voce di Hayley diventa subito icona femminile del pop punk, sulla scia del successo di Avril Lavigne ma da cui si distingue per un approccio canoro più aggressivo e vicino al movimento Riot grrrrl americano.
Dopo aver sfiorato diverse volte il Grammy con la sua band, dal 2020 intraprende una carriera solista che la porterà ad essere incoronata best alternative artist agli European Music Awards.
- Tyson Jay Ritter (The All-American Rejects)
La carriera dei The All-American Rejects e la voce del suo frontman T. J. Ritter sono strettamente legate al mood college tanto in voga nei primi anni duemila grazie ad una serie di pellicole iconiche (su tutte American Pie).
La sua voce è espressione dell’adolescenza frenetica e un pó imbranata delle scuole superiori statunitensi, con un approccio canoro fortemente melodico e pop oriented.
- Patrick Stump (Fall Out Boy)
Partendo dalla batteria, Patrick Stump si è formato successivamente come cantante, con risultati che nel tempo hanno superato ogni aspettativa. Le accelerate punk degli esordi sono ormai un dolce ricordo per i fan dei Fall Out Boy, ma con la nuova versione di loro stessi, il gruppo ha fornito al suo vocalist maggiori possibilità di utilizzare al meglio il calore della sua voce.
- Justin Mauriello (Zebrahead/I Hate Kate)
Forte delle atmosfere delle spiagge di Orange County, Justin Mauriello è riuscito con i suoi Zebrahead a fornire un timbro vocale personale al pop punk del 2000. L’estensione vocale e il calore della sua voce, combinati al rapping di A. Tabatabaee, ha creato un mix perfetto durato forse troppo poco; successivamente Mauriello ha creato il nuovo progetto I Hate Kate, ampliando ulteriormente, laddove possibile, la sua passione per il canto.
- Avril Lavigne
La star femminile del pop punk del terzo millennio è lei. La cantante canadese ha segnato il genere, in particolare col disco d’esordio Let Go, prima di un avvicinamento a sonorità più pop. La delicatezza e dolcezza della sua voce, unita ad una buona dose di sfrontatezza, hanno segnato una generazione di fan e di avvicinare il nuovo pubblico da Mtv al mondo del punk (dipinto di pink).
- Brendon Urie (Panic! at the Disco)
L’unico superstite della sua stessa creatura, i Panic! at the Disco sono sempre stati Brendon Urie e non tanto altro.
Cantante ma anche produttore e strumentista, Brendon si è gradualmente distaccato dal genere pop punk per avvicinarsi a sonorità più dance pop, senza mai risparmiare l’utilizzo delle sue imponenti doti canore, in grado di superare i confini di genere.
- Alex Gaskarth (All Time Low)
L’unico europeo di questa classifica è lui. Alex Gaskarth però si trasferisce dall’Inghilterra oltre oceano da bambino, ed è in USA che scopre l’amore per la canzone.
Sulla scia del successo di Blink-182, Sum 41 e Yellocard, i suoi All Time Low si ritagliano da subito una fetta importante di visibilità, e Gaskarth già a 18 anni riesce ad imporsi grazie a melodie orecchiabili e ad un timbro vocale in grado di identificare l’intera scena pop punk.
- Ryan Key (Yellowcard)
A differenza di tanti colleghi, Ryan Key è cresciuto sulle coste atlantiche della Florida, opposte a quella dei movimenti californiani, ma ciò non fa alcuna differenza.
Lo stile dei suoi Yellowcard, caratterizzato dalla presenza nella band di un violinista e da un approccio emo punk, sono supportati grandiosamente dal calore e dal timbro della sua voce, oltre che da una finezza rimasta inalterata nel tempo.
1. Tom De Longe/Mark Hoppus (Blink-182)
L’unica eccezione di questa particolare classifica vede associata una coppia poiché considerare le due voci in maniera distinta e separata non renderebbe giustizia agli effetti ottenuti.
Quando si parla di voce del pop punk non si può ignorare il loro contributo; raccogliendo l’eredità di Green Day e Offspring, i Blink-182 hanno cambiato il modo di interpretare il genere anche grazie ad un mix vocale dal valore inestimabile.
Grazie al brio canoro di Tom De Longe, non privo di imperfezioni tecniche, e all’approccio più riflessivo e malinconico di Mark Hoppus, i Blink-182 hanno segnato il modo di cantare ed eseguire il pop punk.
Voci di corridoio dicono che forse torneranno a cantare assieme dopo una tortuosa separazione, nel frattempo godiamoci le loro voci combinate in questo brano.
Badate bene, non sono le migliori voci del Pop Punk, ma quelle che per motivi differenti lo hanno caratterizzato al meglio 😉