Un giorno da Rockstar: Rockin’1000 for Romagna
Attenzione, questo non è il solito racconto di un concerto come siete abituati a leggere su queste pagine: stavolta non sono stato testimone oculare di un evento, questa volta ero uno dei protagonisti, o meglio ero uno dei 1000 protagonisti.
Sì, perché quello che vi sto per raccontare è il concerto dei mitici Rockin’1000 di cui sono fiero ed onorato di far parte in qualità di cantante.
Sabato 29 luglio infatti sì è tenuto a Cesena il concerto “Rockin’1000 for Romagna”, un concerto a scopo benefico per aiutare le popolazioni colpite dagli alluvioni dello scorso maggio, organizzato da quella mente folle e geniale allo stesso che tempo che risponde al nome di Fabio Zaffagnini, lo stesso pazzo che nel 2015 riuscì nell’impresa impossibile di portare i Foo Fighters a Cesena per mezzo di quel video che ha collezionato decine di milioni di visualizzazioni in cui 1.000 musicisti suonarono tutti insieme all’unisono “Learn to Fly”.
Spiegare cosa si provi a far parte di un progetto del genere non è facilissimo: è un misto di emozioni e di sensazioni difficili da raccontare a parole, se non ci sei dentro non puoi capirlo al 100%.
La sensazione di entrare in uno stadio tutto esaurito con circa 18.000 spettatori paganti e festanti, quel brivido che corre sulla tua pelle a vedere migliaia di torce accese dal pubblico, il boato che esplode ai primi accordi di Bohemian Rhapsody o il coro di tutto lo stadio che canta Yellow dei Coldplay con i 1000, sono privilegi che capitano a pochissime persone; tutto queste sensazioni positive bastano già a far dimenticare le lunghe ore di viaggio, la stanchezza nel trasportare gli strumenti, i costi per arrivare fino al luogo del concerto, le lunghe prove sotto il sole cocente, tutte “fatiche” che si dimenticano già dopo la prima giornata spesa a provare la scaletta dei brani da eseguire.
Ma tutto ciò è riduttivo; essere parte dei Rockin’1000 non è solo questo, è molto di più. Significa fare parte di una famiglia di persone che seppure fino a poche ore prima non si conoscevano, diventano “intime” già dopo le prime prove, pronte a condividere il pasto, a darsi una mano nel trasportare gli strumenti, a darsi un passaggio in auto, a prendersi cura l’uno dell’altro, a raccontarsi la propria vita e le proprie debolezze.
Un tal senso di fratellanza sinceramente io non l’avevo mai provato, non c’è competizione l’uno con l’altro, nessuno si erge a protagonista, è “come essere amici da sempre, c’è purezza in ogni gesto” (cit. Cristian Bravaccini, uno dei mille), in ogni abbraccio, in ogni lacrima versata.
E dopo, alla fine dell’evento, ho visto negli occhi di noi tutti quello sguardo di incredulità che vuole dire “ma cosa abbiamo combinato!?”, e poi le corse verso gli spalti a salutare mogli, mariti, amici e parenti, e non solo, ricevere complimenti e strette di mano dal pubblico, da gente che non conosci, sinceramente commossi per uno spettacolo unico, che non ha pari, e che ti lascia quando torni a casa un senso misto di “vuoto” ma al tempo stesso di “pienezza” per essere stato davvero una “rockstar per un giorno”, con la consapevolezza che anche se quel concerto è finito, per chi è stato lì, in realtà dura per sempre.
Un ringraziamento a tutti i fratelli, i 1.000 musicisti intervenuti ed in particolare a Simone Baldini e Cristian Bravaccini, a tutti i Guru ed in particolare ad Augusta Trebeschi e a Fabio Zaffagnini per averci regalato il suo sogno e per averlo fatto diventare il nostro sogno.
Testo di Fabio De Vincentiis
Foto di Fabio De Vincentiis e di alcuni dei 999 musicisti