Placebo al Sonic Park di Matera
Attesissimo ritorno dei Placebo, che mancavano da queste parti dal 2018, esattamente dalla partecipazione al Medimex a Taranto.
Ad aprire le danze (è proprio il caso di dirlo) i Planet Funk che hanno fatto ballare l’intera platea della Cava del Sole con i loro più grandi successi, nonostante un caldo asfissiante.
L’attesa del concerto degli headliner della serata è stata scandita dall’ormai consueta richiesta della band di metter via i cellulari e godersi il concerto senza “filtri” tra loro ed il pubblico.
Che avessero un’avversione all’utilizzo dei telefoni e dei social era già chiaro dalla pubblicazione di “Too many friend” (“when all the people do all day is staring into a phone”), e ormai ne fanno una lotta serrata, non ai livelli di Bob Dylan che fa chiudere i telefoni all’interno di un sacchetto che può essere sbloccato solo alla fine (vedi nostro articolo dell’11 luglio), ma ci andiamo vicini.
E va detto che la richiesta ha comunque avuto un buon effetto e le luci dei telefoni che ormai caratterizzano tutti i concerti erano molto meno presenti; questo sembra aver avuto anche un giovamento su Brian che è sembrato più aperto e prolisso del solito (lo scorso ottobre a Milano non aveva rivolto una sola parole al pubblico, lasciando l’incombenza di interagire col pubblico a Stefan).
Non vi aspettate tuttavia che abbia imbastito dei lunghi monologhi, ma a più riprese si è cimentato in brevi frasi, dedicando anche un pensiero alla dipartita dell’attrice e cantante Jane Birkin, sua cara amica, morta proprio in mattinata.
Una scaletta incentrata decisamente sull’ultimo lavoro Never Me Go del 2022, eseguito quasi per intero, con intermezzi di alcuni loro classici (purtroppo ne sono rimasti fuori tantissimi), tra cui “Song to say goodbye”, “ For What it’s worth” e “The Bitter End” e le cover di “Shout” dei Tears for Fears e l’immancabile “Running up the hill” a chiusura.
Dal punto di vista dell’esecuzione musicale, ai Placebo non si può rimproverare nulla, sempre ineccepibili, la voce di Brian non fa rimpiangere le versioni in studio e la band suona solida e compatta, anche al netto di qualche piccolo problema tecnico superato in fretta.
Infine un plauso alla location, la cava del Sole, un posto ottimo dove vedere ed ascoltare un concerto, una buona acustica e il concerto si può vedere bene da qualsiasi posizione; inoltre l’ acqua fornita gratuitamente è un segno di civiltà apprezzatissimo soprattutto in questi giorni caldissimi.
Fotografie e testo di Fabio De Vincentiis